domenica 16 dicembre 2012

LE NOVENE A RACALMUTO TRA FEDE E PASSIONE


A dire il vero, questa meravigliosa esplosione di fede popolare, di socialità, di musicalità, di tradizioni locali, attraverso le "Novene" a Racalmuto, aveva avuto dei precedenti inconsapevolmente preparatori degli sviluppi successivi. Andiamo con ordine.

Sappiamo tutti, per sentito dire, che anticamente le Novene venivano suonate e cantate da ciechi tanto da indicare i gruppi che le eseguivano come " L'UORBI". Non esiste però documentazione storica certa, comprovata e inconfutabile. Però ha tanto fascino che viene accettata da tutti. Ora se chiamiamo a raccolta i ricordi di ciascuno, come quelli miei personali, che risalgono a 50 anni fa (mezzo secolo), ritroviamo per le strade e le viuzze di Racalmuto quattro persone, ormai scomparse, che andavano in giro per le strade, le viuzze, e dietro ciascuna porta ad eseguire le Novene. Ricordo come se fosse ora. Tutti racalmutesi questi quattro antesignani e precorritori delle attuali Novene.

Ai primi di dicembre iniziavano a chiedere in ogni strada e ad ogni abitante se gradivano l'esecuzione musicale delle Novene, per tutto il periodo dal 16 al 24 dicembre, ogni sera dietro la propria porta. Se la risposta era sì, veniva incollata dietro la porta la famosa "Santina", un'immagine sacra a carattere natalizio. Veniva pertanto preso impegno di ricompensare i "sunatura, l'uorbi" con poche centinaia di lire. Diventava così anche occasione di una piccola entrata per chi si prestava ad assolvere questo impegno. Per il periodo natalizio si tenevano occupati a suonare dalle ore 20,00 circa fino all'una o le due di notte di ogni sera, fino a completare il giro delle richieste. Alla fine delle esecuzioni venivano sempre offerti a "i sunatura" dolci tipici del periodo natalizio e del buon vino fatti in casa. Li ricordo perfettamente, " 'u zi' Giuggiu Capitanu, zi' Ninu Puma, zi’ Marsiò, zi' Raziu Cacciatu".

Conosciuti in tutto il paese per le diverse attività lavorative che svolgevano ma anche per questa loro passione di trasformarsi per Natale in cantanti e musicisti, con il gradimento da parte di tutti. Secondo me è a questi signori che dobbiamo la ripresa delle Novene a Racalmuto, subito dopo la seconda guerra mondiale. Poco prima della fine degli anni '60, però, non proseguirono più in questa attività di trasferimento delle Novene alla seconda metà del XIX secolo. Non conosco le ragioni. Conosco però la necessità del racalmutese a non rinunciare a questa tradizione.

Altre persone si incaricarono di proseguire questa attività e io stesso fui contattato, anche se molto giovane, ad impegnarmi come fisarmonicista. Accettai. Mi ritrovai così alla fine degli anni '70, con la fisarmonica in braccio, insieme a "u zi' Ninu Campanella, Raziu Borsellino, Lillo Restivo e 'mbari Franciscu " a percorrere le vie e suonare dietro le porte , sempre accolti con manifestazioni di consenso, di affetto e di stima, oltre che con i soliti dolci e buon vino.

Durò pochi anni e per vari motivi anche questo gruppo cedette le armi, non girò più nessuno per il paese e le Novene stavano per conservarsi soltanto in un ricordo. Subito dopo la nuova rinascita, le Novene per tutti, non più eseguite a pagamento, organizzate anche dalla Chiesa, favorite dalla Pro-Loco, fino ad oggi. Conclusione, il racalmutese non farà mai a meno di questo modo di esprimere se stesso, la sua religiosità, il suo essere, la sua tradizione, nel rispetto di tutte le regole.

                                                                                                        Domenico Mannella
Stampa il post

Nessun commento:

Posta un commento