giovedì 6 dicembre 2012

I NUOVI MOVIMENTI GIOVANILI: UN ALTRO ’68 ?


Negli ultimi mesi, tante sono state le manifestazioni che hanno coinvolto più classi della società civile, dagli studenti ai lavoratori. Manifestano un disagio per le attuali condizioni in cui versa la scuola, le fabbriche, l’economia, l’occupazione e tutto il sistema politico italiano, che sembra non accorgersi delle esigenze pressanti di una società che rischia il default.

Non volendo assolutamente fare un parallelismo – i tempi diversi, le problematiche attuali non lo permetterebbero – vorrei puntare l’attenzione ai metodi di manifestare che, in passato sono stati presagio di un dilagare di contestazioni, alcune perdendo la vera motivazione, sfociate poi in movimenti criminali che hanno reso buia una lunga pagina di storia italiana.

Il ’68, in Italia, rappresentò soprattutto modernizzazione culturale, dando il via a una nazione più progredita che avrebbe in seguito varato le leggi sul divorzio e che partorì uno straordinario movimento femminista. Un’epoca che vide una stagione fiorente nel campo del cinema e della letteratura. Da molti il ‘68 è stato definito un vento di “filosofica follia”. L’Italia dopo quegli anni non fu più quella di prima. Furono gli anni della contestazione globale che vide come protagonisti gli studenti. Allora come ora.

Effetto di un futuro incerto e di una crisi iniziata negli anni precedenti e sfociata poi, in tutta la sua drammaticità. La contestazione, frutto di uno smarrimento, assunse toni di estremismo e si propagò in tutti i campi. Iniziò nell’ ambito della scuola che lamentava un’organizzazione degli studi senza raffronto alcuno con la realtà. Si propagò, sfociando nella sollevazione sindacale,  alle forze lavorative. Si voleva o forse ci si illudeva, di cambiare il mondo, trasformando il sistema.

Analizzando, il ’68  possiamo definirlo come presa di coscienza di un’Italia che muoveva i primi passi nel boom economico e che avrebbe conosciuto, in futuro, periodi di profonda crisi dei valori, coinvolgendo l’ambito politico istituzionale. Anticipando le questioni odierne, quegli anni possono apparire estremamente attuali, obbligando a far capire che la ragione deve essere l’unica a suggerire le giuste politiche da applicare a una società sempre più competente, sempre più razionale ed esigente.

Racalmutese Fiero
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