Ho una rissa con
Totuccio (volevo aggiungere furibonda, per rispettare il luogo comune, ma avrei
esagerato): giornalista fino ma disallineato, mi ha sempre informato in
anticipo sugli eventi con una esattezza che mi fa sospettare. Domani, il
decreto di Napolitano ce l’avremmo bello e cunsatu
e sapremo i nomi del prefetto e dei due suoi corifei che sapientemente ci
rigenereranno – noi tutti racalmutesi, “stanziali” e “fuoriusciti”, vecchi e
giovani (anche quelli in cerca di un lavoro ), Incolti e scrittori, giornalisti
e poetastri – e per due anni al modico costo che Totuccio calcola in 288 mila
euro. Questa nuova salvifica triade io ancora non so come designarla, ma la
tentazione di chiamarla la Triade di Ulisse, alias NESSUNO, è tanta.
Ho cercato di diffondere
i miei ammonimenti, sotto forma di proposta costituente di un’ulteriore LIIBERA
ASSOCIAZIONE RACALMUTO OGGI, ma dalla prefettura di Agrigento ho avuto, il
giorno dopo, il ritorno della e-mail; quella che ho mandato al Ministero dell’Interno
chissà dove è andata a finire; con l’on. Cimino non sono riuscito a farmi
accreditare; il CGA sembra un’incognita irraggiungibile. Povero cittadino,
povero siciliano sospetto colluso sin dalla nascita, abbia pur voglia di
bussare alle porte della TRASPARENZA burocratica, ma stia buono: nessuno lo c…..!
Perché litigo con
Totuccio? Io la speranzella che Napolitano voglia vederci un po’ più
chiaramente in queste bazzecole degli scioglimenti di organi amministrativi, mi
intestardisco ad averla. Totuccio mi dice che ho le traveggole. Ed io mi irrito,
anche perché in fondo credo che finirà con l’avere ragione lui ... Ragiono: se
Sgarbi intimorirà un presidente e salverà Salemi, Racalmuto non potrà che
venire graziato anch’esso.
Leggo in
Grandangolo quelle che dovrebbero essere
le alate conclusioni della Triade di Diomede, sul piano giudiziario (TAR, art.
700 c.c.) tutto dovrebbe andare, come dicono i giuristi, de plano a favore di Racalmuto. Tutte quelle storie di mafia e
politica potrebbero coinvolgere l’organo monocratico quale è stato sussunto il
sindaco di un comune, non un derelitto consiglio comunale ormai forse ridotto a
retorica accolta di ciarlieri senza potere alcuno. Che organo
AMMINISTRATIVO sono? non decidendo.
quale infiltrazione possono ordire? Senza il fatto, quale responsabilità
si può loro accollare? Sì, vi sarà il dolo, cattolicamente magari anche il
peccato di pensiero, forse anche la legge (per la Triade di Diomede, anche la
Costituzione), ma manca il FATTO, l’AMMINISTRAZIONE infiltrata. C’è da ridere:
già, c’è un teste nelle nozze di una figlia di un ergastolano (se ho ben capito).
Se non prendo abbagli, siamo però in
presenza di una sorta di storia scespiriana racalmutese, una sorta di Giulietta
e Romeo di strapaese. Mi dicono che a Racalmuto anche un giovane farmacista può
innamorarsi di una splendida fanciulla a prescindere dai cognomi più o meno
intrappolati in questioni di giustizia. Siamo alle solite: i compari nelle
nozze dei mafiosi. Davvero ho da temere: nel 1961 in quel di Modena ho
ospitato, portato al celebre ristorante Fini, uno che poi si disse capomafia ed
ebbe a morire per un colpo di lupara vicino Pietralonga. Si dava il caso che
aveva sposato una prima cugina di mio padre ed io ben volentieri l’ho
festeggiato in quel di Modena; per poco non lo facevo entrare in Banca d’Italia
dove da qualche mese ero stato assunto. Chissà quale infiltrazione mafiosa ho
perpetrato.
Da tempo predico il
ricorso al TAR e addirittura l’intervento del pretore ai sensi dell’art. 700 el
c.c. Ma quelli del mio partito da questo orecchio non ci sentono. Il sindaco da
tempo si è dimesso, la giunta deliberante è sciolta da un anno, l’organo
ciarliero di nulla è responsabile non avendo veri poteri decisionali … ed
allora perché deve pagare la cittadina per la quasi totalità fatta da persone
per bene? Perché privare Racalmuto d un diritto costituzionale quale quello di
scegliersi con libere votazioni i propri amministratori? Perché un partito che
vuole giustizia, che lotta per il popolo egemone, che non si fa irretire dalle
azzurre connivenze, non si strappa le vesti di fronte a siffatte mutilazioni
costituzionali, dinanzi a vere e proprie vulnerazioni della democrazia?
Mistero! Ma forse no,
Calogero Taverna