lunedì 1 ottobre 2012

UNA LUCE SOFFUSA



"Che cos'è mai il patriottismo, se non la vostra convinzione che un paese è superiore a tutti gli altri per il semplice fatto che ci siete nati?"
                                                                                               Georges Bernard Shaw









Questo è un commento ricevuto ad un mio recente post. Sarebbe quasi scontato, visto il prestigioso autore, essere concordi. Ma quello che dice Bernard Shaw  non mi trova d’accordo. Il patriottismo, secondo me, non identifica un paese migliore, o meglio la convinzione che lo sia, rispetto ad un altro per il fatto di esservi nati. Il patriottismo identifica la volontà di difendere un territorio di appartenenza; una volta anche a costo della vita, ai nostri tempi con l’impegno civile dal quale deve scaturire disinteresse, spirito di sacrificio e trasparenza.

“Usare” un paese, una comunità, per scopi personali  rappresenta l’antitesi al patriottismo, ancor di più se spendiamo parole cariche di sentimenti per  questi luoghi che non trovano poi, attuazione nella realtà. Quindi patriottismo come servizio per un paese, per una comunità.

Venerdì mattina, trovandomi a Racalmuto, decidevo di goderne la vista alle prime luci dell’alba. Ho attraversato il paese dalla Guardia, san Pasquale, la piazzetta, il collegio,  lu chianu castieddu,  la fontana. Le strade,  appena lucide dall’umido notturno,  rispecchiavano  un cielo terso che prometteva ancora una giornata calda. Il bar di Tommy, appena aperto, invitava ad una sosta per un caffè, finalmente per me, decente.

Tutto sommato ho ritrovato quei luoghi più puliti rispetto al mio ultimo soggiorno. Racalmuto era ancora addormentato, pochissime le persone per strada, il corso vuoto, dava la sensazione come se, durante la notte, il paese  si fosse ripulito da tutte le storture, le brutture che lo affliggono durante il giorno e che, inevitabilmente, rimandano una visione ancora lontana da quello che tutti ci auguriamo. L’immagine era pulita, chiara, la luce così tenue rendeva un ritratto quasi delicato, come ad invitare tutti ad avere riguardo, cura, rispetto.

Camminando per quelle strade, sotto quella luce ancora incerta, ho pensato che un paese così non può e non deve attrarre quanti non hanno nel cuore quel sentimento di “patriottismo”, identificabile nell’amore, nell’orgoglio, nella voglia di fare bene che ci rende saldati alle nostre origini e unici come comunità, evitando di percorrere la strada dell’interesse proprio, del clientelismo, della demagogia, della calunnia, delle strategie oscure e mai chiare, dell’immobilismo e dei silenzi di tutti, come se fosse questo paese ad appartenerci e non fossimo, noi stessi, parte di esso.

Racalmuto quel giorno, con quella luce, mi è apparso come un vecchio padre che vuole dire la sua, che ama i suoi figli e ne reclama ancora il rispetto. E ho pensato che non possono stare qui persone spinte  da altre voglie se non quelle della trasparenza e del  riscatto morale.

Racalmutese Fiero
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4 commenti:

  1. Hai dipinto una figura dai contorni nitidi. Il paese è così, andrebbe vissuto solo la notte.

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  2. dovrebbe essere in questo modo, ma la gente non si cura dei sentimenti. certa gente vuole solamente fare quello che ha fatto da sempre

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  3. lo chiameremo il paese del silenzio

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  4. Sono d'accordo con l'anonimo delle 16,41, non ci resta che pregare, sperando che con la preghiera si possa cambiare:
    Ave Maria
    "Ave Maria, stella mattutina,
    sicura guida nella lunga sera,
    del cielo e fra le donne sei regina,
    rifugio di chi implora e di chi spera.

    Rimani, Madre Santa, a noi vicina,
    sei Tu la nostra fulgida bandiera;
    vegli su tutti la grazia divina,
    così nei cuori regna primavera.

    Per la bontà dei Tuo amato seno,
    volgi lo sguardo sul nostro Paese
    che fiducioso le mani protende.
    Ritorni a casa d'allegrezza pieno
    chi vuole porre fine alle contese
    ch'han deviato le umane vicende.

    P.S. mi scuso degli errori,sono un credente non praticante!

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