martedì 2 ottobre 2012

LA SICILIA COME METAFORA


 “Il più grande peccato della Sicilia è stato ed è quello di non credere nelle idee, qui che le idee muovano il mondo non si è mai creduto. Ci  sono  naturalmente delle ragioni, di storia, di esperienze, però è questo che ha impedito sempre alla Sicilia di andare avanti, il credere che il mondo non potrà mai essere diverso da come è stato. Ora siccome questa mancanza di idee ormai si proietta su tutto il mondo, in questo senso per me la Sicilia ne è diventata la metafora”.


                                                                                    (LeonardoSciascia, intervista RAITVcultura).


A volte mi capita di pensare al mio paese,  come si è trasformato nel tempo, e vedo un quadro che non mi piace. Amo il mio paese e questo mi dà il diritto di poterlo criticare; lo faccio nella speranza che migliori, anche se mi provoca dolore farlo. Il mio paese sembra in stato di abbandono, basta fare una passeggiata per i suoi quartieri per accorgersi del degrado in cui versano; tante case abbandonate al degrado e all’incuria.

Ricordare quei posti pieni di vita sino a pochi anni or sono, mi fa venire un nodo alla gola e mi chiedo il perché di tutto questo senza riuscire a darmi una risposta. Penso che gli appartenenti ad  una comunità debbano vivere a stretto contatto l’uno con l’altro, ogni via, ogni cortile deve essere vissuto insieme; la vicinanza crea solidarietà, si diventa tutti un po’ parenti, assistiamo invece ad un progressivo allontanamento tra le persone, si preferisce vivere in estrema periferia o addirittura in campagna diventando tante isole.

Il lavoro che da noi non è mai stato sufficiente, oggi è quasi scomparso in vari settori: agricoltura, edilizia, commercio, artigianato. Naturalmente a subire di più questa situazione sono le fasce più deboli e i giovani. Tutto questo nella totale indifferenza di chi ha amministrato, di chi amministra e di quelle associazioni locali che dovrebbero battersi per creare le condizioni per la socializzazione e la condivisione, organizzando e suggerendo iniziative da attuare.

Anche politicamente questo paese sembra andare alla deriva nella totale rassegnazione e indifferenza generale. Chi ha governato lo ha fatto senza amore mentre i cittadini  assistevano a questo degrado quasi disinteressatamente,  curando soltanto il proprio orticello.

Ha ragione Leonardo Sciascia; i siciliani sono convinti che le idee non potranno mai cambiare le cose, che nulla potrà essere diverso di come è stato e quindi è normale essere rassegnati e indifferenti, anche se qualcuno propone ai politici un cambiamento, un nuovo modo di amministrare  con trasparenza.

Odio gli indifferenti. Sono convinto che vivere significhi essere combattenti, vedo soltanto persone che sanno solo lamentarsi, protestare, accusare, recriminare. Mai qualcuno che si chieda: se avessi fatto il mio dovere, se avessi combattuto per le mie idee, se avessi dato l’esempio, se non fossi stato egoista e indifferente, sarebbe successo tutto quello a cui assistiamo sbigottiti oggi? L’indifferenza ha causato sempre dolore e disastri nella nostra nazione: siamo stati indifferenti quando i fascisti marciarono su Roma, siamo stati indifferenti con chi ci ha fatto vivere negli anni di piombo, siamo stati indifferenti davanti a tutte le stragi, siamo indifferenti alla mancanza di futuro per le nuove generazioni e siamo indifferenti al degrado della politica.  Ecco perché odio gli indifferenti.

                                                                                                   Roberto Salvo
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19 commenti:

  1. Sig Salvo non è indifferenza, è attesa. I politici stanno aspettando il momento giusto per uscire fuori dal silenzio e tornare a fare quello che hanno sempre fatto.

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  2. Il Sig. Salvo non parla solo dei politici, parla di TE!

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  3. Caro Roberto, non sono per niente d'accordo nè su quello che scriveva Sciascia: "Il più grande peccato della Sicilia è stato ed è quello di non credere nelle idee, qui che le idee muovano il mondo non si è mai creduto.", nè su quanto scriveva Tomasi di Lampedusa: " Il protagonista del Gattopardo spiega al piemontese Chevalley di Monterzuolo cosa vogliono i Siciliani: <> "
    E naturalmente non condivido neanche che "i siciliani sono convinti che le idee non potranno mai cambiare le cose, che nulla potrà essere diverso di come è stato."
    Caro Roberto, chi mi conosce ormai sa che sono "fortemente" allergica alle generalizzazioni. Non dimentichiamo che allo scontro con la mafia si sono mossi in Sicilia movimenti di massa tra i più grandi d'Europa. Mi permetto di invitarti a leggeree l'Introduzione di Umberto Santino Storia del movimento antimafia che ho digitalizzato e pubblicato nel mio sito: http://www.spazioamico.it/Umberto%20Santino%20Storia%20del%20movimento%20antimafia%20Introduzione.htm, e, se hai tempo da perdere, anche http://www.spazioamico.it/cultura%20mafiosa%20e%20mafia.htm

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    1. Cara Giuseppina, i tuoi suggerimenti non sono mai tempo perso. Grazie per il commento, su molte cose sono d'accordo con te, ma stiamo cercando con tutte le nostre forze di smuovere una certa mentalità, impresa piuttosto difficile.

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    2. Certamente è un'impresa molto difficile smuovere il pessimismo (non la mentalità) dei Siciliani e di tutti i lavoratori italiani che hanno visto in questi ultimi anni sempre più ridotti i loro diritti. I cittadini hanno visto che il loro voto conta sempre meno in conseguenza delle varie leggi truffa non ultima la legge elettorale della nostra Regione, hanno visto che i truffatori vanno avanti e i loro figli non hanno futuro.
      Purtoppo, caro Roberto, le rivolte non scoppiano a comando e soprattutto non senza una guida, un leader convincente. Ma quello che sta succedendo in Spagna prima o poi succederà anche altrove. Non si può troppo tirare la corda.
      Giuseppina

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  4. Aggiungo che naturalmente sono pienamente d'accordo con te nell'odiare gli indifferenti ovunque siano. Per chi come noi si è sempre speso in prima persona senza mai risparmiarsi questo odio è dovuto!!!

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  5. Gentile sig.ra Giuseppina Ficarra,
    mi permetto di evidenziare alcuni punti che non collimano, per me, col suo discorso. E' vero, i siciliani credono nelle idee ma non trovano il coraggio di portarle avanti. E' vero, lo scontro con la mafia ha fatto muovere diversi movimenti in Sicilia, alcuni dei quali, per non dire molti, hanno cavalcato il tema che era di grande attualità, cercando proseliti per propri interessi. Il risultato: la mafia esiste ancora, molte volte non se ne parla e i siciliani continuano a credere nelle idee ma aspettano che qualcuno li realizzi per loro.
    Cordiali saluti
    Beniamino Polizzi

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    1. "Il risultato: la mafia esiste ancora, molte volte non se ne parla e i siciliani continuano a credere nelle idee ma aspettano che qualcuno li realizzi per loro." Sembrerebbe, caro Baniamino, che la trattativa mafia-stato sia più che altro una trattativa mafia-siciliani, mafia-casa nostra, insomma una cosa che riguarda solo "nuautri"! Inoltre quando parlo di grandi movimenti in Sicilia mi riferisco ai Fasci siciliani e alle lotte del dopoguerra per l'occupazione delle terre. Niente del genere o di uguale forza si è visto in tutta Europa. Lei parla dei siciliani come altro da se e questo mi disorienta un poco. Non mi è mai piaciuta la divisione di cui si compiacciono molti tra Sicilia e l'altra Sicilia. Io mi sento semplicemente una siciliana che, come la maggior parte dei Siciliani, degli Italiani, degli uomini in tutto il mondo "continua a credere nelle idee" ma, semplicemente, non sa come fare a realizzarle! Pessimismo, caro Beniamino, pessimismo giustificato come dicevo a Roberto.

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    2. Parole sante, signora Giuseppina, i siciliani si muovono e si fanno anche ammazzare solo per interesse. Sia un pezzo di terra,una casa che non tispetta, un posto di lavoro, una pensione falsa, e chi sene frega se si danneggiano gli altri, al pessimismo bisogna sommare anche l'egoismo, due componenti della nostra sicilianità.

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  6. Se vogliamo essere un poco onesti e dire la verità, dobbiamo ammettere che nel nostro paese difficilmente prendiamo iniziative o ci facciamo coinvolgere se non siamo direttamente interessati. "qu ti lu fa fari", "fatti li fatti to", "a mia nun mi tocca", "sa chi buonnu fari", potrei continuare, ma credo che abbiate capito. Io non so se tutti i Siciliani sono così, ma i Racalmutesi di sicuro.

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    1. <<"qu ti lu fa fari", "fatti li fatti to", "a mia nun mi tocca", "sa chi buonnu fari">> a queste espressioni del nostro dialetto corrispondono sicuramente espressioni di uguale senso in tutte le lingua del mondo!!
      Esempio: "la megghiu parola è chidda ca nun si dici" e il corrispondente "il silenzio è d'oro"!!!

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  7. Io sono Siciliano e me ne vanto, chi mi tocca la Sicilia lo sbrano, ma detto tra di noi, cara sign. giuseppina, noi siciliani facciamo schifo. Facciamo schifo per come pensiamo, per come ci comportiamo, per i politici che elegiamo (nessuno escluso). Se ci pensiamo bene e onestamente, siamo tutti un poco mafiosetti dentro e ci comportiamo di conseguenza. Chiunque ci ha governato ci ha preso per i fondelli e noi li abbiamo puntualmente rieletti. Si ricordi che nella nostra amata isola il cavaliere ha preso il 100% dei deputati,lo anno votato anche gli operai, e non mi dica per favore che quelli di sinistra o quelli di destra sono diversi, perchè sono esattamente tutti uguali. Sono esattamente quello che ci meritiamo.

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    1. Caro Anonimo a me fa "senso" quello che lei pensa dei siciliani e visto che in qualche modo mi sento autorizzata, viene a me la voglia di "sbranarla"!!! Purtroppo non è colpa sua, hanno inculcato nel popolo siciliano il razzismo contro se stesso dall'unità d'Italia ad oggi. E una mano notevole l'hanno data certi studi pseudopsicologici nei confronti dei quali il nostro emerito studioso Umberto Santino esprime questo parere da me condiviso: <<.. gli psicologi hanno riproposto il mito della Sicilia inchiodata alla sua diversità, affetta da un sentire e da uno psichismo mafiosi trasmessi transpersonalmente, cioè inconsciamente, in cui il familismo amorale non consente lo svilupparsi del senso dello Stato, della polis, e i comportamenti controcorrente si limitano a pochi personaggi considerati alieni [F. Di Maria - G.Lavanco 1995; I. Fiore 1997; G. Lo Verso 1998; F. Di Maria 2005]. Si propone così una sorta di lombrosismo psichico e si ignora che senza il rapporto con le istituzioni la mafia non esisterebbe e che allo scontro con la mafia si sono mossi in Sicilia movimenti di massa tra i più grandi d'Europa, la cui sconfitta si deve proprio al ruolo della mafia come componente di un blocco dominante e alla sua interazione con il potere costituito [U. Santino 2000a].>>
      http://www.centroimpastato.it/publ/online/scienze_sociali.php3
      Niente ci può riscattare, mancu si ni facemu u sangu. Ultimi referendum 4 Si: la sicilia non è stata da meno. Tutti i referendum della repubblica, altrettanto anzi nel referendum per il divorzio siamo stati una delle prime regioni. Ci rinfacciano sempre il 60% per Berlusconi come se il 60% dei siciliani avesse votato per il Berluska e non sia stato in buona parte effetto di una legge elettorale truffaldina e sempre come se il berlusck sia stato votato solo in sicilia. Per Rita Borsellino (poi scippata dalla Finocchiaro) c'è stato quasi un plebiscito, segno di cultura antimafia. Sindaco Orlando espressione anche lui di cultura antimafia e di onestà uguale plebiscito, 70% e per ben due volte!! Questione trattativa mafia-stato solo in Sicilia il comune di Palermo si è costituito parte civile. Noi siamo mafiosetti si sa, ma in tutta Italia nessuno ha seguito il nostro esempio. I telegiornali ogni giorno impazzano sui misfatti e ruberie di tutta le Regioni d'Italia, ma a nuautri, cioè a lei, di ca ni trasi e di ca ni nesci. La tesi della scuola antropologica positivistica che parlava di inferiorità della “razza” mediterranea fu condannata giustamente da Salvemini e Gramsci, ma purtoppo con scaro risultato, infatti ancora fa danno!
      Mi permetto, e mi voglia scusare, di suggerirle due pagine del mio sito spazioamico di Giuseppina Ficarra: http://www.spazioamico.it/cultura%20mafiosa%20e%20mafia.htm
      http://www.spazioamico.it/la_razza_maledetta__origine%20pregiudizio%20antimeridionale.htm

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    2. Scusi, ma di Orlando, la sinistra in particolare, non affermava che era.........

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  8. Certo che siamo pessimisti, non possiamo essere altro visto come vanno le cose dalle nostre parti. Purtroppo non siamo solo pessimisti, siamo anche conniventi con tutto e tutti, politicanti di tutti i colori in primis. Ci muoviamo solo se siamo direttamente toccati o per interesse, questa è mentalità difficile da cambiare e poi non dimentichiamo che non ci fidiamo di nessuno perché, “cu taccarzza voli l’arma”, e in campo politico il voto. L’esperienza ci ha insegnato che tutti agiscono per il loro interesse e ti tradiranno, persino il rivoluzionario Garibaldi con Bixio ci fecero sparare addosso dopo che avevamo liberato la Sicilia. Per questo ai politici, tutti i politici diciamo: andate a farvi F…….. .

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  9. Non avevo visto queste sue parole: "i siciliani si muovono e si fanno anche ammazzare solo per interesse", mi scusi, solo per questo ho continuato ad interloquire con lei, altrimenti non l'avrei infastidita, non avrei infastidito un Anonimo che non ricorda la lista sterminata di siciliani, magistrati, sindacalisti, Libero Grassi, che si sono fatti uccidere e sono stati uccisi nella lotta contro la mafia.

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  10. Gentile signora Giuseppina, Le persone che Lei elenca sono persone speciali, eroi, che hanno tutta la mia ammirazione e la massima stima, dimentica Don Puglisi, Pio La Torre, Mattarella, il generale Dalla Chiesa e la Moglie, anche se non sono siciliani sono morti per lo stesso motivo e tanti altri. Mi scusi, ma io parlavo di persone comuni, i milioni di siciliani comuni, quelli che con le persone che abbiamo elencato non hanno niente a che spartire, quelli che con il proprio voto e il loro modo di pensare creano il problema. Nella nostra Sicilia la mafia è uno dei tanti problemi, il vero grande problema sono i politici e chi li elegge.

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  11. Marco Travaglio, nella presentazione del libro "La sicilia delle stragi" fatta a Torino, si chiedeva se ci fosse in Europa un’altra regione che abbia avuto così tanti morti, al netto delle due guerre mondiali, come la Sicilia.
    E a proposito di milioni di siciliani "comuni" le ricordo che dopo la sconfitta dei Fasci siciliani 1993/4 su due milioni e mezzo di siciliani un milione è emigrato, e nel dopoguerra, dopo la sconfitta delle lotte per l'occupazione delle terre un milione e mezzo di siciliani "comuni" sono emigrati.
    Leggo in "Perchè anonimo siciliano": "Ai tanti, donne e uomini, che hanno pure “misu u coddu ni la furca di la libertà”, come gridava il poeta Buttitta nel pianoro di Portella della Ginestra per il riscatto della condizione umana. Condannati da chi ha disegnato, anche in nome del cielo, un assetto del mondo all’insegna della violenza e della sopraffazione per ridurre gli altri esseri umani in qualche modo in schiavitù. Condannati ad essere cancellati dalla storia. Cancellati loro e le loro idee. Condannati perchè hanno osato dire di no e perciò eretici. Rimossi per accreditare più facilmente la vulgata, lo stereotipo con cui hanno diffuso la menzogna che gli ha consentito di costruire il loro potere".
    Proprio così, caro Anonimo, lei come tanti è vittima di uno stereotipo diffuso con la menzogna dalla borghesia mafiosa.Il popolo siciliano è un popolo degno di rispetto.
    Forse le può interessare questo link:
    http://www.spazioamico.it/I_fASCI_SICILIANI.htm#angelo%20ficarra

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    1. Concordo con quanto dice Marco Travaglio, la Sicilia ha dato un contributo in vite umane impressionante. Si chiamano vittime innocenti, vittime di quel sistema politico corrotto e colluso di cui parlo e che Lei si ostina a non vedere, pensando che l’unico problema della Sicilia sia la mafia. Tutti quelli che sono emigrati o immigrati, lo hanno fatto costretti da quella classe politica . Una classe politica arrogante che ha venduto cinicamente i suoi figli e fratelli agli altri paesi e alle fabbriche del nord ricavandone le rimesse. La stessa classe politica che utilizza e mantiene il bisogno per imperare, tenendo i Siciliani per le pal…, senza lavoro, senza acqua nelle case, senza sanità pubblica decente, senza servizi. Un popolo che non sa o è incapace di ribellarsi, che continua a votare e adulare, i loro carnefici. A portella della Ginestra non ci sono stati eroi morti per la libertà, ma sempre altre vittime innocenti. Erano contadini inermi con al seguito le loro famiglie che festeggiavano il 1° Maggio, non potevano sapere che dei banditi pagati avrebbero sparato vigliaccamente su di loro. La prego, non confonda le vittime con gli eroi ribelli. Forse Lei pensa che a me non costi sostenere che siamo un popolo senza patria, che non riconosce lo stato perché questo non li ha mai considerati come cittadini, ma carne da macello. Per questi motivi siamo diventati così: cinici, indifferenti, pronti ad allearci o seguire chiunque ci prometta o ci dia qualcosa, e non importa se è un politicante o un mafioso, Francia o Spagna basta ca si magna.

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