mercoledì 31 ottobre 2012

LA BELLA SICILIA.


Riflettevo insieme a un amico. Si parlava dei valori della società. Di una società che non finisce al confine. Però se devo essere sincero, non tutti i miei dubbi sono stati chiariti. In questo particolare momento, ad esempio in Sicilia, in occasione delle recenti elezioni regionali, abbiamo ascoltato vari proclami, tutti volti al positivo, al miglioramento della Regione, al benessere comune. Chi ha parlato di trasparenza e legalità e chi ha azzardato drastiche diminuzioni di compensi. Tutto ciò sarà veramente possibile in uno scenario, la Sicilia, sull’orlo del tracollo finanziario e morale?

Abbiamo intravisto politici, divisibili tra idealisti e assetati di potere; giovani, anche loro nei sottogruppi di idealisti e bramosi di diventar qualcuno. Quindi lo scenario è quello di un popolo diviso a metà:  idealisti e bramosi di potere. Certo, la questione posta in questi termini anche a me fa venire una certa tristezza. Come un’intera popolazione  possa  ridursi a questo!? E’ innegabile che ai miei occhi, di semplice cittadino, la visione macroscopica è esattamente questa.

Parlando col mio amico, la questione si è ridotta solo all’affermazione che  la società siamo noi, per cambiarla dobbiamo cambiare noi. Ho accettato questa riflessione ma nella mia mente sono rimasti degli interrogativi. Se tutto ciò che vedo non è cambiato, evidentemente c’è qualcosa che non va: o la gente non vuole cambiare, e allora non ho idea di cosa io stia parlando, oppure la questione non è così facile come si vuol far credere. Una società è quanto di più complesso l’uomo abbia mai pensato di assemblare. Un insieme vasto, vastissimo, di uomini e donne che coabitano, che condividono abitudini, modi di essere e di pensare.

Ed è proprio in questo momento che sono nate le due fazioni: gli idealisti e i bramosi di potere. Secondo me, gli idealisti sono tutti coloro che credono che un mondo unico, unito, sano sia possibile. Coloro che credono in qualcosa, in qualcosa che si possa ottenere senza  bisogno di prevaricare nessuno. Gli idealisti  hanno degli ideali in cui credere. Hanno degli obiettivi. E così viene spontaneo chiedersi,  al giorno d’oggi, nella nostra amata Sicilia, gli idealisti in cosa credono? Che ideali hanno?

Ecco a tal proposito, si inserisce a pennello l’altro grande gruppo: i bramosi di potere. L’ignoranza che sta dietro alla bramosia di potere. A questa categoria è appartenuta, soprattutto,  la gente che fino ad oggi  ha governato. Ci siamo mai chiesti perché si diventa politici? Come si diventa politici? Dilemma: per sete di potere, perchè si è convinti di poter migliore la propria realtà politica o perché si crede di poter migliorare la società in cui si vive?  La domanda o la risposta, se preferite, sostanzialmente è una: noi cosa decidiamo di essere? chi decidiamo di essere? e soprattutto, perchè decidiamo di esserlo?

Secondo me non basta il cambiamento del popolo. Credo che per migliorare questa società, che sembra portarci solo allo sfacelo, bisognerebbe attuare una profonda, vera e decisiva ristrutturazione. Bisogna cambiare tutto. Penso che la terra – estremizzando il concetto - abbia bisogno di un nuovo popolo. E quindi si, io appartengo agli idealisti  che credono in coloro che svolgono il proprio lavoro, la propria missione, per passione e non per convenienza. Credo che si possa migliorare.

Racalmutese Fiero
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1 commento:

  1. Bravissimo "Racalmutese fiero",
    adesso cominciamo a ragionare: finalmente si comincia a percorrere una via che certamente è difficile e frastagliata e che induce al continuo tentativo di abbandono, per tutti gli ostacoli che si frappongono nel suo percorso. E' la strada che Lei chiama dei Valori. Quella stessa che un suo interlocutore, in questa rubrica, Le rammentava due giorni fa. E' una strada obbligata se si vuole sollevare lo sguardo dalle punte delle nostre scarpe e indirizzarlo verso prospettive forse un poco più lontane, ma appaganti e promettenti. Quali sono questi valori? E' difficile elencarli tutti, ma basta citarne solo qualcuno: la coscienza della comunità, il senso della conoscenza di questa comunità, la volontà della conoscenza del bene comune, la volontà comune del raggiungimento del bene comune, l'orgoglio dell'appartenenza a questa comunità, la coerenza personale, la rettitudine nei comportamenti etici, morali e professionali, il richiamo alle tradizioni, alla famiglia, ecc.ecc.
    Percorriamola questa strada, con sacrificio ma con convinzione. Forse non faremo molti passi avanti, ma, almeno, tentiamo. Da soli. Senza la scusa che nessuno ci vuole seguire. Da soli. Iniziamo, senza cercare compagni di viaggio. Forse così ci accorgeremo dopo un pò ci accorgeremo che non siamo soli e che tanti altri stanno facendo lo stesso nostro percorso.

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