domenica 6 gennaio 2013

CASUALITA’ O CAUSALITA’


Probabilmente è vero che non possiamo determinare gli eventi che si succedono e che tutto ciò che accade  va oltre la nostra comprensione. Noi stessi siamo un’incognita fin da quando nasciamo e per tutta la nostra esistenza. E non riusciamo a spiegarci nemmeno perché tutto quello che si sussegue nella nostra vita accada.

E così nasciamo in un paese, piuttosto che in un altro e possediamo attitudini che sono diverse da individuo ad individuo. Di contro si dice però che, come esseri superiori e pensanti, siamo capaci di governare le nostre vite, ma non di scegliere dove e come nascere. Come se tutto accadesse per casualità. Sebbene si pensi che siamo capaci di dirigere le nostre esistenze e che niente e nessuno potrà mai influenzarci, ci ritroviamo, spesso, ad accettare eventi che si succedono per causalità.

E non possiamo neanche pensare che “Qualcuno” ci affidi vite differenti a seconda del nostro animo. Piuttosto possiamo credere che il mondo poggi in perfetto equilibrio e, all’interno di esso, gravitino esseri con “destini” diversi. Una sorta di pareggio tra il bene e il male, tra l’acume e la banalità, tra l’intraprendenza e l’indolenza. 

E’ inevitabile, però, che l’agire in un modo, piuttosto che un altro, determini la consequenzialità della nostra vita  e che cercare di risolvere i nostri problemi, le nostre carenze, il nostro benessere, la mancanza di un  posto di lavoro, serva non solo ad aguzzare l’ingegno e a creare prospettive vantaggiose, ma determinerà la svolta verso orizzonti diversi che si staccheranno dal trascinare stancamente la propria vita.

In questo mio soggiorno in paese, ho visto tanti giovani. I tratti somatici e la fisicità sono cambiati, notevolmente migliorati rispetto ad anni passati. Culturalmente preparati, meno timidi di allora ma, forse, più indifferenti. Capaci, sicuramente, di inventarsi un’attività produttiva. Le istituzioni non avrebbero certo difficoltà  a sostenere progetti che siano oggettivamente validi. Gli adulti dovrebbero assumersi la responsabilità di far loro da guida, indicando strade proficue da percorrere e metodi vantaggiosi da adottare. Mostrare loro terreni nuovi da esplorare con  caparbietà, credendo in quello per cui si stanno adoperando. Mi piacerebbe sapere che i giovani sanno organizzarsi e che non stanno lì, nell’immobilismo costituzionale, aspettando solo che qualcuno bussi alle loro porte per offrire  il posto fisso di lavoro. Ma che siano capaci di reinventarsi, ognuno secondo le proprie attitudini e inventare nuovi percorsi.  La vera svolta sono loro, è rappresentata da loro. Quanto meno ci avranno provato….!

Racalmutese Fiero
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