lunedì 26 marzo 2012

IL LUTTO SI ADDICE AD ELETTRA?

Lasciamo stare l'alta letteratura e diciamo che a nostro avviso non si addice a Racalmuto. Qualcuno  voleva esporre le bandiere listate a lutto. Gli dico che Racalmuto invece gongola. Pensa che giustizia sarà fatta: naturalmente ognuno pensa che la giustizia colpirà il suo vicino, il suo compagno di banco al consiglio comunale, il suo vecchio nemico, il potente di un tempo che non gli ha fatto il favore contra legem che lui pretendeva e via di questo passo. La coscienza tranquilla è figlia di cattiva memoria, diceva qualcuno. A Racalmuto mi pare che un'assoluta smemoratezza è diventata malattia endemica. IO CHE CREDO DI SAPERNE TANTO, TROPPO PER AVERE  SPULCIATO UN MARE DI CARTE, dovrei ridermela ma la questione è molto dolorosa per riderci sopra. "Fuoriuscito" di lungo corso non ho nulla da temere da una nuova triade (non più di Diomede, ma di Ulisse, come dire NESSUNO): mi beccherò il massimo dei massimi dalla combinazione   ICI-IMU, sperpererò i risparmi di sessanta anni di attività con  discreti stipendi e pensioni per avermi voluto fare una casetta a Bovo  ..... ma poco male! Ed i miei compaesani sono tanto ricchi da non temere nulla, sono davvero a posto con la metratura denunciata al catasto, con l'obbligo  di passare al catasto urbano le dirute loro casette (o casermoni) di campagna, specie se si tratta di aziende agricole dismesse?

Intanto- a mio totale scorno, visto che non credo tanto a perniciose infliltrazioni mafione nell'ultima composizione del consiglio comunale - dodici camion disseminati in punti lontano fra loro ed una rimessa-magazzino, contemporaneamente, in una notte tra domenica e lunedì, vengono sapientemente combusti (permettetemi il preziosismo linguistico, perché chi ha orecchie da intendere, comprende). Appena si sciolge un consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, gli ignoti MAMMASANTISSIMA non si curano dell'atavico adagio CALATI JUNCO CA PASSA LA CHINA e si fanno beffa di tutti quei manipoli altolocati dell'Antimafia che ho visto mangiare nei vari ristoranti di Castrofilippo. Altro che il mio romanzetto LA DONNA DEL MOSSAD! Ma che c'è di vero? 
Calogero Taverna
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